La dose maggiore di radiazioni cui è esposta la popolazione mondiale è dovuta alla componente naturale e principalmente ai radioisotopi delle famiglie dell'uranio e del torio. Mentre l'esposizione esterna è dovuta soprattutto ai raggi gamma presenti nel terreno e nei materiali lapidei usati in edilizia, per l'irradiazione interna il contributo più rilevante è dovuta all'inalazione degli isotopi del radon.
Il radon è un gas nobile radioattivo, generato dal decadimento dell’uranio. A seguito della diffusione dei minerali d’uranio nella crosta terrestre, il radon è presente nelle rocce, nel suolo e nelle acque ed essendo un gas si disperde nell’atmosfera mentre tende ad accumularsi negli ambienti chiusi: in particolare è probabile trovarne concentrazioni più elevate nei locali direttamente interfacciati al terreno, quindi in seminterrati, interrati o sotterranei. Il tenore di radon in aria varia notevolmente nel tempo e da un luogo all’altro e ciò dipende essenzialmente da fattori geologici e meteoclimatici.
La pericolosità del radon deriva dalla possibilità d’inalare il gas ed i suoi prodotti di decadimento, i cosiddetti “figli del radon”, particolarmente insidiosi per la salute umana poiché, molto reattivi, hanno possibilità di attaccarsi al particolato atmosferico ed essere così veicolati nell’apparato respiratorio, dove si fissano con facilità ai tessuti. Anche i figli del radon sono radioattivi e ciò è particolarmente temibile dal punto di vista sanitario se avviene all’interno dei bronchi e dei polmoni per le lesioni cellulari che potrebbero verificarsi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dimostrato come l’esposizione al radon ed ai suoi prodotti di decadimento rappresenti, dopo il fumo, la principale causa di tumore al polmone, sebbene rischi non trascurabili si abbiano solo per esposizioni prolungate ed a concentrazioni elevate del gas.
Il D. Lgs. 241/2000, che recepisce la Direttiva 96/29/Euratom, richiede il controllo ed il contenimento della concentrazione di attività del radon nell’aria nei luoghi dove si svolgono attività lavorative che possono esporre i lavoratori o le persone del pubblico a sorgenti radioattive naturali.
Diversi sono luoghi di lavoro per i quali vige l'obbligo di misure della concentrazione di radon e comprendono:
- tunnel, sottovie, catacombe, grotte, locali sotterranei o interrati;
- stabilimenti termali (con riferimento per questi ai soli lavoratori addetti);
- ogni altro ambiente di lavoro situato in zone individuate dalle regioni e province autonome come esposte ad alta attività di radon (attualmente solo la regione Toscana ha provveduto ad individuare le aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon.
Tra i locali sotterranei o interrati figurano molti luoghi di lavoro quali depositi, magazzini, supermercati, locali da ballo, pub, palestre, ristoranti, teatri, centri benessere, etc. Locali con tali caratteristiche vengono frequentemente utilizzati anche per attività varie negli edifici scolastici: in merito occorre segnalare come la normativa vigente dia evidenza di porre particolare attenzione alla tutela dei bambini nella fascia d'età del periodo dell'obbligo scolastico e pertanto certamente sono ancor più auspicabili le misure della concentrazione di radon in asili e scuole.
Anche l'aria delle abitazioni può presentare elevati valori della concentrazione di radon ma, mentre per i luoghi di lavoro è obbligatorio provvedere al controllo, la stessa cosa non è prevista per i locali ad uso residenziale. Appare del tutto evidente che monitorare anche le proprie abitazioni è ugualmente utile a valutare il rischio da radon cui si è esposti e a maggior ragione se si considera il rilevante numero di ore che si trascorre in casa durante il giorno e la notte.
Recentemente la problematica dell'esposizione al radon nelle abitazioni è stata rivalutata, soprattutto a seguito di un Rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 2009: le evidenze emerse dall'analisi di numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato infatti un rischio di tumore polmonare associato all'esposizione al radon in ambito residenziale più elevato di quanto si fosse valutato in passato, orientando le più recenti raccomandazioni e normative internazionali ad introdurre livelli di riferimento particolarmente restrittivi.
La Direttiva 2013/59/Euratom, che è in fase di recepimento presso gli Stati membri della UE, prevede nuovi e più severi limiti per le concentrazioni di radon negli ambienti chiusi e l'obbligo delle misurazioni anche in tutti i luoghi pubblici.
Con il termine Norm, derivante dall'acronimo inglese Naturally Occurring Radioactive Materials, si indicano i materiali generalmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali in concentrazioni superiori alla media, ovvero quelli rilevanti e nella crosta terrestre, quali ad esempio Uranio, Torio e Potassio-40.
Esistono anche i cosiddetti Tenorm (Technological Enhanced Natural Occurring Radioactive Materials) ovvero quei materiali che a causa delle manipolazioni tecnologiche dell’uomo presentano una radioattività diversa da quella originaria.
Di fatto Norm e Tenorm costituiscono la materia prima, il prodotto o il residuo della lavorazione in numerose attività industriali, ad elevato contenuto di radioattività naturale, nelle quali occorre monitorare il rischio radiologico derivante.
Queste attività, per le quali si prevede l’esecuzione di controlli dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti, sono individuate nell’Allegato I-bis del D. Lgs. 241/2000 e sono:
- industria che utilizza minerali fosfatici e depositi per il commercio all’ingrosso dei fertilizzanti;
- lavorazione di minerali nella estrazione di stagno, ferro-niobio da pirocloro e alluminio da bauxite;
- lavorazione di sabbie zirconifere (manifattura delle piastrelle, delle ceramiche e delle vernici) e produzione di materiali refrattari;
- lavorazione di terre rare;
- lavorazione ed impiego di composti del torio (elettrodi per saldatura, produzione di lenti, reticelle per lampade a gas);
- produzione di pigmento al biossido di titanio;
- estrazione e raffinazione di petrolio e estrazione di gas.